Interessante contributo di Buzzoole, influencer marketing solution provider tra i migliori in Italia, che ha analizzato potenzialità ed efficacia dei cosiddetti microinfluencer. I brand scelgono con sempre più attenzione l’associazione con pagine e canali che, al di la dell’investimento e della complessità delle leve di ingaggio, devono risultare coerenti e di impatto strategico rispetto agli obiettivi, che non sempre sono di pura awarness, ad esempio. Ecco allora che può avere maggior senso puntare sulla qualità del proprio seguito e sulla capacità effettiva di influenza del partner, capace, proprio perché sa ispirare fiducia, di coinvolgere e trasferire in modo credibile un determinato messaggio e far passare all’azione.
Buzzoole ha analizzato la propria community composta da oltre 280mila content creator per mettere a disposizione una serie di benchmark, suddivisi per settore, disponibili in un white paper scaricabile gratuitamente. L’analisi è molto accurata – si riconosce lo stile di Vincenzo Cosenza, ex Blogmeter, e capo del marketing della piattaforma – perché è partita proprio dalle performance reali, grazie all’accesso ai “first party data”, su un campione di 8mila canali Facebook e Instagram. La ricerca ha quindi evidenziato come i profili con meno di 3mila follower mostrino in realtà la capacità di ottenere risultati superiori agli altri in termini di engagement rate e reach rate e abbiano il più basso numero di follower sospetti. Guardando solo ad instagram, il settore con il più elevato tasso di engagement rate è il Gaming, mentre il settore Beauty è risultato il più performante in assoluto con circa il 30% delle interazioni rispetto alle persone effettivamente raggiunte. Seguono Fashion, Travel, Lifestyle e Ambiente. Da evidenziare anche il cluster degli influencer del settore news che hanno mostrato dinamiche interessanti, con il più alto rapporto reach/follower, del resto siamo in tempi di fake news.