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Festival del Mobile Journalism: il futuro dell’informazione è già qui

da | 30 Set 2019 | News

Cosa deve cambiare nel mondo della produzione delle notizie e dei contenuti se il 60% di noi italiani ormai si collega dallo smartphome per informarsi? E quali prospettive di crescita si aprono, oltre la crisi dei mezzi tradizionali, se le notizie diventano sempre più “mobile first” e gestibili in tempo reale dai nostri telefonini? Se ne è parlato a Roma al MOJO Italia, l’unico festival italiano dedicato al mobile journalism in una tre giorni di approfondimento e formazione gratuita per comunicatori e giornalisti promossa da Associazione Stampa Romana e Associazione italiana filmaker.

Tanti i temi affrontati da una ventina di seminari, dalle slow news, alla cybersecurity, dallo studio TV in uno zaino alle notizie negate in rete, dalla narrazione di moda e cibo made in Italy alle dirette via smartphone per culminare con un contest internazionale che ha premiato le migliori storie e le migliori videonotizie interamente realizzate con dispositivi mobili.

Splendido il lavoro di Emmanuel Mwape Zambian Cab”  che ha raccontato di chi ritrova un’occasione di vita trasportando cose su cariole in affitto. Dal quartiere Esquilino di Roma con “Nothing is thrown away” della giornalista di repubblica.it Rosa Praticò alle spiagge irlandesi dell’eco-warrior raccontato da Phil Bromwell in “Clean-up crusader” è stato l’ambiente il tema dominante, con due lavori che si sono aggiudicati entrambi il Premio Mastercard, main sponsor dell’evento. La tenacia di un microcosmo che non vuole morire è stato invece il punto di osservazione scelto da Maria Dolores Piacciau in “Senza radici non si vola” ambientato tra i pastori della Sardegna. E’ stato ancora l’ambiente, questa volta non minacciato dall’uomo ma su questo vincitore per la sua natura potente, al centro del lavoro di Leonor Suarez “The volcano”, mentre più intimista ma di alta tecnica documentaristica e grande qualità, il dialogo tra i due adolescenti tratteggiato dalla videostoria di Ulkü Sönmez “Shallow” ambientato nella campagna turca. Il Festival ha confermato quanto il fenomeno del mobile journalism sia ormai una realtà sempre più concreta come mezzo di espressione e opportunità di farne una professione e da appuntamento al prossimo anno per una nuova esaltante terza edizione.