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Media sempre più digitali ma meno credibili

da | 15 Lug 2022 | Attualità, Media relations, News

Il nuovo Digital News Report 2022 dell’Istituto Reuters è come sempre estremamente interessante non solo per  gli addetti ai lavori (Media, News.Digital Marketing..) ma per chiunque sia interessato dalle logiche dei mezzi di comunicazione.

Il settore delle News sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti e crisi, chi non è consapevole di ciò che sta accadendo rischia di incorrere in gravi errori nelle proprie strategie, quindi report con solide basi scientifiche come questo sono fondamentali per capire le logiche e le trasformazioni in atto nel settore.

Dopo i segnali positivi descritti nel report dello scorso anno nel pieno della seconda ondata di Coronavirus con interesse in crescita, aumento di sottoscrizioni online  per alcune testate tradizionali e pubblicitari che hanno potuto sfruttare notizie affidabili, il report di quest’anno segnala una brusca frenata.

L’interesse per le notizie e il consumo globale di notizie è sceso in diversi paesi, e la fiducia è calata quasi ovunque, anche  l’invasione dell’Ucraina ha riacceso l’interesse solo momentaneamente.

Il dato fondamentale della ricerca è la conferma e anzi l’accelerazione della trasformazione verso un mondo dei media digitale, mobile, dominato dalle piattaforme, con le conseguenti implicazioni per i business models e i formats giornalistici. A parte alcune eccezioni che quest’anno sono comunque riuscite ad aumentare le sottoscrizioni, molti editori hanno dovuto fare i conti con questi cambiamenti strutturali, uniti al fatto che molte persone hanno perso interesse per le notizie. Il Covid, l’invasione dell’Ucraina, le crisi dei rifugiati, per non parlare dei cambiamenti climatici  hanno sottolineato il bisogno di notizie affidabili e veritiere, ma nello stesso tempo, data la loro natura, hanno diffuso un senso di depressione e di  impotenza nei confronti  degli eventi, creando un bisogno di notizie più positive che possano dare speranza per il futuro.

Un capitolo a parte merita il mondo dei giovani, i cosiddetti social natives, tradizionalmente restii a visitare un sito di notizie tradizionale o a sottoscrivere un abbonamento a notizie online, oltre che essere parecchio diffidenti nel lasciare i propri dati. Profondamente connessi, il loro accesso alle notizie avviene sempre più a mezzo video o audio su piattaforme come Instagram, Tik Tok, Spotify o Youtube.

Il report analizza anche il quadro media dell’Italia, dove la trasformazione digitale è stata più lenta, essendo il mondo delle news stato dominato per anni dai players tradizionali con insight per certi versi clamorosi.

Per la prima volta  un digital-born player come FANPAGE, ha ottenuto il primo posto nella classifica Reuters, surclassando le testate tradizionali e l’agenzia ANSA.

C’è molto da riflettere.